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Il Faro – di C. Amirante

IL FARO : Raccolta poetica di Carla Amirante

(Gabriella Maggio)

Amirante faro

Il Faro è il titolo della terza raccolta di poesie di Carla Amirante, pubblicata presso Carlo Saladino nel febbraio del 2014, composta da quattordici intense liriche, una fiorita d’esili versi consolatori…

come diceva Guido Gozzano in Totò Merumeni. Il faro,la poesia che apre la silloge e le dà il titolo, lascia presupporre tenebre e tempeste, che a loro volta rimandano alla vita intesa come viaggio nelle tenebre tra misteriosi pericoli, topos poetico a partire da Dante, per tacere dei classici. La parola poetica funge da faro, mostrando una rotta costruita sulla metafora luce – tenebre che percorre tutto il libro. La prima lirica si corrisponde con l’ultima: luce di conoscenza,/ luce di speranza…( Il faro)….luce di speranza/ fiammella incerta,/ ma fonte di vita ( Io esisto), secondo l’ itinerarium segnato da Enea Silvio Piccolomini post tenebras spero lucem. I miti sempre cari e presenti nella fantasia di Carla Amirante rimangono al di là della soglia di percezione, per quanto non manchi un fugace omaggio nell’ accenno ad Orfeo in Versi pedestri dove l’autrice esprime la poetica delle cose piccole e semplici, ma essenziali a far conoscere il mondo, l’uomo dritto su voi, umili piedi,/con gli occhi volti al mondo intero, che caratterizza la raccolta . Il tema poetico dominante è la meditazione sull’ esistenza qui ed ora, ben orientata verso il pieno e costante dominio di ragione e senno, pur nell’accettazione della natura umana : Ma il saggio anche sa/ che la natura umana/ egli accettare deve ( Il saggio). Il saggio è il poeta stesso che sa orientarsi nella selva di simboli dell’esistenza, perché in sé ha fatto esperienza consapevole e dolorosa della vita. Questa esperienza s’inquadra in paesaggi naturali considerati nei loro aspetti più belli e rassicuranti come fiori e fertili vallate rivissuti con animo francescano : Godi di ciò che è bello/godi di ciò che è buono/ ch’io sulla terra ho creato ( Tu pensi). Evidente nell’anafora il richiamo anche stilistico al Cantico di Frate Sole. Il linguaggio delle poesie sotto l’apparente semplicità paratattica cela una tensione alla sobrietà che ricompone la totalità della vita e la ricerca di un contatto con l’Assoluto. La grazia leggera e musicale dei versi è proporzionale al desiderio di rimuovere il negativo lieve uno zefiro/ o meglio, la pioggia,/ con acque abbondanti/ venga a salvarmi, / la vita ridandomi ( Agosto), o un’emozione tenue,/che sia pure un dolore/ perchè io possa dire:/ son viva ancora./ Io esisto. ( Io esisto) . La raccolta Il faro si presenta al lettore come opera a lungo meditata e sedimentata nell’immaginario di Carla Amirante poetessa, ma anche pittrice.

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