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IL FILM IL LAUREATO CINQUANT’ANNI DOPO

Il film di Mike Nichols  Il laureato, tratto dal romanzo The graduate  di Charles  Webb, pubblicato nel 1963, ha cinquant’anni e ancora suscita interesse nel pubblico per i temi trattati, per le interpretazioni deli attori principali, Dustin Hoffman e Anne  Bancroft, e per la colonna sonora di Simon &Garfunkel. Questo è uno dei motivi che ha spinto il presidente del L.C. Palermo dei Vespri, Aldo Barone, ad inserirlo nel programma di cineforum dell’anno sociale. La storia è ambientata  negli anni in cui negli U.S.A. cominciano le prime manifestazioni di protesta giovanile contro le istituzioni sociali, la famiglia, la scuola, il lavoro. Il giovane  protagonista Benjamin, interpretato da Dustin Hoffman, conseguita la laurea, torna in famiglia in attesa di decidere cosa fare in futuro, ma senza nessuna voglia di entrare nel mondo del business e realizzare  le aspettative dei genitori.  Non ostante i successi universitari che dimostrano una personalità vincente, resta vittima  delle opprimenti attenzioni dei genitori e dei loro amici che non esitano ad esporlo al ridicolo per manifestare il loro compiacimento, valga per tutte l’immersione nella piscina della villa con la muta da sub. Il contesto sociale a cui Benjamin appartiene è rappresentato in maniera grottesca negli atteggiamenti e nelle battute di dialogo fatte di luoghi comuni e banalità. Punta di diamante dell’ambiente è la signora Robinson, interpretata dalla splendida Anne Bancroft, con le sue  frustrazioni sentimentali e la paura d’invecchiare, che posa a femme fatale per soggiogare il disorientato e ambiguo laureato; è una creatura notturna e solitaria, ama il buio e il silenzio, dove il suo corpo compendia ogni forma di comunicazione col mondo e con gli altri. Ma nel film nessuno comunica come sottolinea la canzone The sound of silence  della colonna sonora. Il regista Nichols esaspera le diverse situazioni, facendole emblema di un mondo arido e autoreferenziale come i rituali di seduzione della signora Robinson, o il primo incontro di Benjamin ed Elaine, figlia della Robinson, organizzato contro voglia per compiacere i genitori, in un inopportuno locale. La protesta del giovane Benjamin serpeggia in tutto il film, ma non esplode perché espressa  dai silenzi e dai suoi deboli accenni di diniego; soltanto la scena conclusiva  l’ affronta in maniera chiara. Ma la fuga di Benjamin e Elaine dalla chiesa non appare liberatoria, sull’autobus i due rimangono perplessi e silenziosi. Il film si limita a registrare  le prime avvisaglie di un grande cambiamento sociale e culturale, ancora poco compreso o probabilmente non accettato.(Gabriella Maggio)

 

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