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GIUSEPPE UNGARETTI A CINQUANT’ANNI DALLA MORTE

Nella notte tra l’1  e il 2 giugno 1970 moriva a Milano Giuseppe Ungaretti. Considerato un grande poeta del ‘900 fino alla metà del secolo, viene progressivamente oscurato da Eugenio Montale al quale va  il Nobel per la letteratura nel  1965. Nel momento in cui la poesia italiana vira verso la prosa, la forma e il linguaggio ungarettiani  che abbraccia la parola  “nuda” , di fronte all’esperienza della guerra, e la parola “ornata “  della scrittura letteraria , non hanno continuatori, anche se a nessuno dei giovani poeti come Sereni, Bertolucci, Giudici, Pasolini, Sanguineti, Pagliarani non sfugge la sua grandezza nel considerare  la poesia come fede e rischio.

NON GRIDATE PIÙ   da  Il dolore

 

Cessate d’uccidere i morti,

non gridate più, non gridate

se li volete ancora udire,

se sperate di non perire.

 

Hanno l’impercettibile sussurro,

non fanno più rumore

del crescere dell’erba,

lieta dove non passa l’uomo.

 

Pubblicata nell’immediato secondo dopoguerra la poesia ha come tema  l’orrore per l’odio scatenato dalla guerra,  gli assurdi rancori  degli uomini che soffocano la voce dei morti  che giunge nel silenzio.

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